giovedì 11 gennaio 2018

LA CASSAZIONE RIBALTA A FAVORE DELLA ULSS 3 SERENISSIMA UNA SENTENZA CONTRO LE RICHIESTE ECONOMICHE DI DIRIGENTI NON MEDICI

Con la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione, pubblicata a dicembre, si conclude una lunga controversia, e vengono riconosciute le ragioni sostenute dalla Ulss 3 Serenissima contro un gruppo di dirigenti sanitari non medici e le loro richieste economiche. La sentenza è particolarmente importante perché evita all’Ulss veneziana un esborso consistente, e anche perché costituisce un precedente di riferimento per le vertenze parallele aperte a livello regionale e nazionale.
La vertenza, decennale, vedeva contrapposta la Ulss a biologi, chimici, fisici, psicologi e farmacisti che chiedevano il ricalcolo della retribuzione di risultato. Raggiunto un accordo con le prime tre categorie, la Ulss ha proseguito sulla via del contenzioso quanto alle pretese di psicologi e farmacisti, ottenendo infine piena soddisfazione. Per effetto della sentenza della Cassazione, la numero 30222/17, viene infatti riconfermato il fondo di risultato determinato in applicazione dei contratti di lavoro in vigore. Accogliendo la richiesta della Ulss, la Cassazione ha quindi sancito l’incongruità del ricalcolo della retribuzione di risultato, ricalcolo che era stato preteso e ottenuto per più di un decennio dai dirigenti sanitari ricorrenti, e che fin qui era stato giudicato con sentenze favorevoli da vari fori giudiziari, tanto che molte Ulss su tutto il territorio nazionale erano state indotte a transare, alcune anche per milioni di euro, al fine di evitare costi maggiori. La sentenza definitiva della Cassazione favorevole all’Ulss, in particolare, rivede l’orientamento precedentemente tenuto dalla sezione Lavoro della Cassazione stessa, in base al quale veniva riconosciuto il diritto alla costituzione di fondi analoghi tra medici e categorie affini, senza considerare che i primi, essendo in numero di molto superiore, avrebbero poi diviso un importo irrisorio se paragonato a quello dei colleghi non medici.
Le conclusioni della Cassazione che, dopo dieci anni dall’inizio della causa, ha dato ragione alle tesi della Ulss sono state ottenute con l’assistenza dello studio legale MDA, ed in particolare dell’avvocato Andrea Bortoluzzi, responsabile dell’area lavoro e previdenza, e dall’avvocato Irene Corso. «Va riconosciuto all’Ulss veneziana – sottolinea il direttore generale Giuseppe Dal Ben – il merito di aver caparbiamente inseguito quella che considerava la corretta interpretazione. Anche se soccombente sia in primo che in secondo grado, l’Ulss veneziana ha sostenuto con pervicacia fino al successo le proprie ragioni”. La sentenza delle Sezioni Unite chiude la vertenza, consente all'Ulss venezian di evitare un esborso milionario, e contemporaneamente “vale” decine di milioni di euro per il Servizio Sanitario, che diversamente avrebbe dovuto sborsare importi rilevanti per il tempo trascorso. A beneficiarne a livello territoriale sarà nel complesso la Regione Veneto, che sarebbe stata chiamata ad appianare gli extra costi derivanti da una eventuale sentenza sfavorevole.

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