giovedì 23 febbraio 2017

IDROVIA, LE PROPOSTE DI CRIVELLARI NAVIGANO A GONFIE VELE ROMA 23/02/2017 – Prosegue l’iter delle proposte di legge sulla navigazione interna a firma del parlamentare del Partito Democratico Diego Crivellari. Martedì scorso in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati sono stati ascoltati i rappresentanti dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (AIPO), l’Unione Navigazione Interna Italiana (UNII), l’Associazione italiana di diritto della navigazione interna (AIDNI), l’Assonautica Italiana, l’Autorità di bacino del fiume Po e l’Associazione The International Propeller Club - Port of Mantua per conoscere il loro parere ed eventualmente raccogliere il loro contributo in merito alla proposta dell’on.Crivellari di isitutire il Comitato nazionale per la navigazione interna (CONINT) e la modifica ai regolamenti e ai codici della navigazione italiana in merito ai trasporti fluviomarittimi. .

SCUOLA: ALPINI IN CATTEDRA PER CENTENARIO GRANDE GUERRA, ASSESSORE DONAZZAN “MAESTRI DI STORIA E DI VITA” – GIÀ COINVOLTE 120 SCUOLE E 15 MILA STUDENTI"

Alpini nelle scuole, come maestri e testimoni della storia e dei valori sui quali si fonda l’Italia. Questo il senso del progetto “Ricordami…nelle trincee verso Trento e Trieste nasce l’Italia”, elaborato dall’Ana (Associazione nazionale alpini) e dalla Regione Veneto, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e la Direzione scuola, che coinvolge le scuole dell’obbligo e secondarie delle sette province venete negli anni scolastici 2016-17 e 2017-18, in contemporanea alla conclusione del centenario della Grande Guerra. Un progetto biennale, finanziato con 50 mila euro l’anno dalla Regione Veneto, che rappresenta l’ultima tappa di un percorso educativo e didattico intrapreso dalle ‘penne nere’ del Veneto nel 2011, con le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e che ha già coinvolto in quattro anni 120 scuole di ogni ordine e grado e 15 mila alunni. “Portare gli alpini in cattedra, come testimoni ed eredi della storia – ha sottolineato l’assessore regionale alla scuola Elena Donazzan, presentando l’iniziativa, insieme ai presidenti delle 15 sezioni venete del corpo alpini –significa ricordare ai ragazzi che la nostra identità di popolo è nata nelle trincee, dallo spirito di sacrificio, dalla solidarietà e del senso dello Stato di tanti giovani. Con le loro ‘lezioni’, fatte di visite guidate ai luoghi della Grande guerra, di scoperta dei musei locali e dei Sacrari militari, di rievocazioni storiche e di divulgazione di quanto continua a fare il corpo alpino in Italia e all’estero, ne ‘penne nere’ arricchiscono di contenuti educativi e di esperienze di vita i programmi scolastici, aiutando docenti, ragazzi e famiglie ad attualizzare pagine di storia che non dobbiamo dimenticare. Gli alpini, il più antico corpo di soldati di montagna attivo al mondo, sono i migliori ‘testimonials’ per le nuove generazioni di quei valori di solidarietà, appartenenza, senso del dovere e amore patrio sui quali si fonda il Paese e il vivere civile”. Le esperienze realizzate sinora nelle scuole dalle 15 sezioni Ana del Veneto sono state raccolte e documentate nella pubblicazione fotografica “Progetto Centenario”, curato da Artenio Gatto e Arcangelo Murzio della sezione Ana di Vicenza, edito dall’Ana e dalla Regione Veneto, presentato oggi a Venezia, al palazzo Grandi Stazioni. e prossimamente in distribuzione presso le sezioni alpine e nelle scuole del Veneto. “Parlare ai ragazzi di oggi di quanto successo cento anni fa in queste terre non è retorica, ma trasmettere il senso di patria e di una storia comune – ha commentato il presidente nazionale degli alpini, Sebastiano Favero – Ringrazio la Regione Veneto per il sostegno che ci dà nel diffondere la cultura alpina e i suoi valori. Questo Paese, e in particolare le nuove generazioni, avrebbero bisogno di esperienze obbligatorie di servizio civico per educarci tutti al senso dello Stato. Ne ho parlato anche con il ministro della Difesa Pinotti: noi alpini eravamo contrari all’abolizione del servizio di leva e oggi siamo convinti fautori del ripristino Alpini nelle scuole, come maestri e testimoni della storia e dei valori sui quali si fonda l’Italia. Questo il senso del progetto “Ricordami…nelle trincee verso Trento e Trieste nasce l’Italia”, elaborato dall’Ana (Associazione nazionale alpini) e dalla Regione Veneto, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e la Direzione scuola, che coinvolge le scuole dell’obbligo e secondarie delle sette province venete negli anni scolastici 2016-17 e 2017-18, in contemporanea alla conclusione del centenario della Grande Guerra. Un progetto biennale, finanziato con 50 mila euro l’anno dalla Regione Veneto, che rappresenta l’ultima tappa di un percorso educativo e didattico intrapreso dalle ‘penne nere’ del Veneto nel 2011, con le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, e che ha già coinvolto in quattro anni 120 scuole di ogni ordine e grado e 15 mila alunni. “Portare gli alpini in cattedra, come testimoni ed eredi della storia – ha sottolineato l’assessore regionale alla scuola Elena Donazzan, presentando l’iniziativa, insieme ai presidenti delle 15 sezioni venete del corpo alpini –significa ricordare ai ragazzi che la nostra identità di popolo è nata nelle trincee, dallo spirito di sacrificio, dalla solidarietà e del senso dello Stato di tanti giovani. Con le loro ‘lezioni’, fatte di visite guidate ai luoghi della Grande guerra, di scoperta dei musei locali e dei Sacrari militari, di rievocazioni storiche e di divulgazione di quanto continua a fare il corpo alpino in Italia e all’estero, ne ‘penne nere’ arricchiscono di contenuti educativi e di esperienze di vita i programmi scolastici, aiutando docenti, ragazzi e famiglie ad attualizzare pagine di storia che non dobbiamo dimenticare. Gli alpini, il più antico corpo di soldati di montagna attivo al mondo, sono i migliori ‘testimonials’ per le nuove generazioni di quei valori di solidarietà, appartenenza, senso del dovere e amore patrio sui quali si fonda il Paese e il vivere civile”. Le esperienze realizzate sinora nelle scuole dalle 15 sezioni Ana del Veneto sono state raccolte e documentate nella pubblicazione fotografica “Progetto di una forma obbligatoria di impegno organizzato, a servizio delle necessità del Paese e dei bisogni delle persone”.

martedì 21 febbraio 2017

A VENEZIA PRESENTATO IL PROGETTO DELLA CICLOVIA VEN.TO FINO A TORINO


Si è tenuto oggi a Venezia il workshop di presentazione del progetto della ciclovia “VEN.TO” che, con un percorso che prevalentemente costeggerà il corso del fiume Po, attraversando 4 Regioni, 12 Province e 121 Comuni, collegherà Torino a Venezia. Il progetto ha preso il via dopo la recente sottoscrizione delle intese tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), il Ministero dei beni delle attività culturali e del turismo (MIBACT) e le Regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte. L’incontro, a cui hanno partecipato gli assessori regionali ai lavori pubblici e infrastrutture, Elisa De Berti, all’ambiente, Gianpaolo Bottacin e al turismo, Federico Caner e i rappresentanti delle amministrazioni locali interessate, dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po e dei Consorzi di Bonifica, è stata l’occasione per discutere del tracciato della ciclovia, ma anche per fare il punto sulle iniziative regionali in materia di “mobilità leggera”. Il progetto è stato illustrato dai tecnici delle Regione Veneto e della Regione Lombardia (capofila), sotto la supervisione scientifica del Politecnico di Milano. «L’obiettivo è di valorizzare al meglio le risorse del territorio –ha detto l’assessora De Berti– sia mediante la realizzazione di nuovi tratti ciclabili, sia adeguando in termini di sicurezza, a tutela di un’utenza debole, quelli esistenti. Abbiamo attivato una serie di iniziative finalizzate a sviluppare i servizi indispensabili a un pieno utilizzo di queste infrastrutture, come ad esempio la possibilità di noleggiare le biciclette oppure di utilizzare il treno come supporto». Sottolinea l'assessore Bottacin: «Parlare di ciclovie significa introdurre anche temi ambientali di fondamentale importanza, in primis quello della qualità dell’aria, aspetto al quale la Regione sta prestando particolare attenzione nella sua programmazione». Fa eco Caner: «Già in questa fase di progettazione dell’infrastruttura stiamo valutando come promuoverla al meglio in termini di offerta turistica, fornendo agli operatori un pacchetto "chiavi in mano" da proporre soprattutto nei mercati nord europei. In questo contesto sarà possibile partecipare a bandi comunitari per il finanziamento di attività artigianali, commerciali ed enogastronomiche, indispensabili per arricchire il percorso e qualificare l’infrastruttura».

lunedì 20 febbraio 2017

GRADUATORIE PER ASILI AI SOLI VENETI, I PARLAMENTARI PD SI RIVOLGONO AL MINISTRO


I parlamentari veneti del Partito Democratico sul piede di guerra contro la legge regionale che agevola le graduatorie per gli asili nido ai soli figli dei residenti in Veneto. «L’ennesimo provvedimento ideologico e di propaganda da parte del Governatore Zaia», dice Diego Crivellari. «Così si intende negare l’integrazione anzi ostacolarla e farla sembrare irraggiungibile. Si intende così implicitamente creare differenze tra bambini veneti contro quelli “non veneti”, anche molte famiglie, già attualmente residenti Regione si troverebbero discriminate. Tale incentivi, che premiano solamente chi risiede e lavora in Veneto da molto tempo creerebbero discriminazione non solo verso le famiglie straniere comunitarie o extracomunitarie, ma anche a qualsiasi famiglia italiana che negli ultimi 15 anni abbia scelto di vivere nella Regione Veneto o che desidererebbe farlo in futuro. La legge regionale approvata limita la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, costruendo invece discriminazioni che non possono essere accettate». Quindi, l'annuncio delle contromisure istituzionali. «Il governo o la Corte Costituzionale possono impugnare il provvedimento entro novanta giorni dalla sua approvazione -continua Crivellari- così come accaduto recentemente, sempre in Veneto. L’autonomia delle regole che hanno gli enti locali, in particolare le Regioni su questioni di carattere amministrativo e di graduatorie per l’accesso ai servizi formativi e scolastici, non può assolutamente ledere i diritti fondamentali di chi vive in Italia. Assieme a tutti i colleghi parlamentari del Partito Democratico Veneto, abbiamo chiesto al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la senatrice Valeria Fedeli, se il governo intenda impugnare il provvedimento in quanto viola i principi costituzionali. L’interrogazione ha già suscitato l’interesse e la disponibilità del rappresentante del Governo che risponderà al più presto».

giovedì 16 febbraio 2017

COME NELLE STAZIONI E NEGLI AEROPORTI, UN PIANOFORTE È STATO COLLOCATO ALL'OSPEDALE ALL'ANGELO

Un pianoforte “da strada”, ma con tanto di coda, è stato collocato all’ospedale all’Angelo per consentire agli appassionati di suonarlo liberamente, così come accade in tanti luoghi pubblici in giro per l’Italia e per l’Europa. «Anche questo è un segno di umanizzazione –spiega il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben– cioè un modo per rendere più vivo e caldo un luogo, come l’ospedale, in cui qualche nota abbozzata anche senza pretese può addolcire un’attesa, o distrarre dalla preoccupazione per la propria malattia”». Dopo il pianoforte pubblico “gemello” collocato alcuni mesi fa nel padiglione Jona, ora è la volta dell’Angelo: la grande hall aperta dell’ospedale di Mestre, con i suoi spazi e con i tanti utenti che la frequentano si presta ancora meglio ad ospitare questi “street pianos”, proprio come certi grandi luoghi pubblici, piazze e stazioni, dove già sono collocati i pianoforti pubblici. A donare lo strumento è stata la Piano Charity (beneficenza musicale) United Street Pianos di Sofia Taliani, cantante e pianista italiana, che ha raccolto il sostegno di altri sponsor, in particolare di Veneta Sanitaria Finanza di Progetto e di Sodexo, l’ente gestore della ristorazione dell’Angelo. Lo strumento, collocato proprio di fronte all’area bar/ristorante, è stato chiamato Angelo Valentino, in onore dell’Ospedale e del giorno del suo arrivo; è stato inaugurato con un piccolo concerto regalato dal Soul Spritz Duo, mentre Daisy Rickman, filmaker britanica di United Street Pianos, realizzerà una music video ispirata dall'Ospedale. La United Street Pianos è impegnata da alcuni anni per collocare pianoforti da strada a luoghi pubblici in Italia e all'estero, con l'aiuto di amici e conoscenti che credono all’importante funzione della musica nei luoghi di frequentazione. La loro opera a Venezia sta inanellando una serie di piccoli record: è la stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia che ha accolto grazie a United Street Pianos il primo pianoforte da strada italiano, seguita da altre grandi stazioni ferroviarie italiane, da Milano a Roma, da Torino a Firenze, da Napoli a Padova. Sempre grazie a United Street Pianos al Santi Giovanni e Paolo di Venezia è stato collocato il primo street piano in un ospedale italiano. Inoltre, al Museo di Arte Moderna di Ca'Pesaro è stato recentemente collocato il primo pianoforte pubblico in un museo italiano, infine il pianoforte collocato all’Angelo è il primo street piano a coda.

martedì 14 febbraio 2017

ZAIA INAUGURA A MESTRE UN'APPLICAZIONE PER NAVIGARE NELL'OSPEDALE, NONOSTANTE I TAGLI


«Nonostante i tagli nazionali già subiti, l‘ultimo di 412 milioni alle Regioni è dell’altro ieri, anhe quest’anno investiremo 70 milioni di euro in nuove tecnologie sanitarie. Macchine moderne aiutano la prevenzione, la diagnosi e le successive cure e non vi rinunceremo. Così come non rinunciamo al cammino verso la completa digitalizzazione da mettere sempre più al servizio degli utenti. Oggi a Mestre ne abbiamo visto due esempi virtuosi». Lo ha detto il presidente della giunta regionale del Veneto Luca Zaia, intervenendo oggi -all’ospedale all’Angelo di Mestre- alla presentazione di una nuova applicazione chiamata My Hospital Serenissima, che guida il cittadino attraverso i meandri del grande ospedale agendo esattamente come il navigatore satellitare di un’automobile, e all’inaugurazione di una Pet-Ct (Positron Emission Tomography – Computed Tomography) ad emissione di positroni, del valore di 1.733mila euro, collocata nella medicina nucleare: il macchinario più avanzato esistente per la diagnosi dei tumori primitivi e delle metastasi.

Grazie alla app My Hospital Serenissima, che successivamente verrà attivata anche per l’ospedale Civile di Venezia, l’utente si potrà addentrare nell’ospedale per raggiungere il punto desiderato (reparti, ambulatori, uffici, servizi, ecc.) esattamente come se si trovasse in una città sconosciuta e si facesse guidare dal navigatore. Il sistema, in grado di funzionare anche in assenza di campo, individua 350 punti d’interesse, e quindi 350 possibili destinazioni, all’interno della struttura, dialogando con 700 sensori collocati in altrettanti punti strategici e indica il percorso corretto passo dopo passo, oltre che le informazioni sugli orari dei servizi.

La Pet-Tc è davvero l’ultimo ritrovato della tecnologia in medicina nucleare: il percorso di diagnosi è infatti particolarmente complesso e approfondito. Al paziente viene iniettato un farmaco “tracciante” che, attraverso il sistema venoso, va a concentrarsi nelle cellule tumorali, che lo inglobano più velocemente delle altre. Il farmaco al glucosio radioattivo usato si ferma quindi proprio là dove si sta sviluppando la neoplasia, consentendo alla macchina di individuarlo e di segnalare contemporaneamente il tumore. Si tratta del primo macchinario di questo livello ad essere installato in Italia.

SCOMPARE RITA FINOTTO, DIRETTORE SANITARIO DELLA ULSS 3. ZAIA: "HA LASCIATO IL SEGNO"


È mancata nella notte all’ospedale di San Donà, vinta da un male che l’aveva aggredita nei mesi scorsi, la dottoressa Rita Finotto, direttore sanitario dell’Ulss 3 Serenissima. L’Azienda sanitaria la ricorda con affetto e stima e si stringe alla famiglia nel dolore. La dottoressa Finotto era stata nominata all'Ulss 3 nelle scorse settimane; aveva svolto nel triennio precedente, su incarico del Direttore Generale Giuseppe Dal Ben, il ruolo di direttore sanitario dell’Ulss 12 Veneziana.
La dottoressa è stata ricordata stamane dal presidente della giunta regionale, Luca Zaia, all'ospedale all'Angelo: «La sanità veneta perde una persona e una professionista che ha dato un grande contributo umano e professionale allo sviluppo complessivo delle cure ai veneti. Rita Finotto ha lasciato il segno, non solo nell’ultima esperienza nell’Ulss lagunare, ma anche con il suo lungo e apprezzato lavoro all’Ulss del Veneto Orientale, dove è stata dirigente stimata e di grandi qualità umane».
Queste le parole del dg Dal Ben: «Nella nostra Azienda sanitaria viene a mancare una persona di altissimo spessore e un professionista di grandissima esperienza e capacità. All’Ulss 12 Veneziana prima e all’Ulss 3 Serenissima in questi ultimi mesi la dottoressa Finotto ha dato molto. Fondamentale il suo impegno per la costruzione di un dialogo e una collaborazione sempre più piena tra gli operatori sanitari dell’Azienda a tutti i livelli. È stata inoltre protagonista della costruzione di un rapporto fattivo tra l’Azienda e tutte le altre realtà sanitarie del territorio, a cominciare dai medici di Medicina Generale, a vantaggio degli utenti del nostro territori»

lunedì 13 febbraio 2017

IMPRESE. PILKINGTON TORNA A INVESTIRE SU PORTO MARGHERA.

IMPRESE. PILKINGTON TORNA A INVESTIRE SU PORTO MARGHERA. ASSESSORE DONAZZAN “FINALMENTE UNA TANTO ATTESA BUONA NOTIZIA” (AVN) – Venezia, 13 febbraio 2017 L’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan era presente oggi all’annuncio del progetto di ripartenza dell’altoforno della Pilkington Italia a Porto Marghera, spento nel novembre del 2012 e dedicato alla produzione di vetri per l'edilizia, da parte di presidente e amministratore delegato Graziano Marcovecchio. “Le unità di crisi della Regione – commenta l’assessore veneto – hanno da sempre seguito le vicende alterne della Pilkington che ha avuto il suo momento più drammatico nella chiusura del forno industriale il 7 novembre 2012 e che rischiava di rappresentare la chiusura definitiva della storia di Pilkington a Porto Marghera”. “La Regione del Veneto – sottolinea Donazzan – ha sempre creduto, al contrario, che ci potesse essere un futuro industriale dovuto alla peculiarità dello stabilimento e dei lavoratori, anche se la crisi del settore dell’edilizia a livello mondiale – esportando la Pilkington quasi la totalità della sua produzione – aveva compromesso le prospettive future. Un diverso approccio, a partire dal cambio dell’amministrazione comunale, che ha dato messaggi inequivocabili sul futuro produttivo di Porto Marghera, e la costante presenza della Regione nell’accompagnare l’azienda attraverso gli accordi con i sindacati e nelle relazioni con il Ministero dello sviluppo economico hanno fatto convinti gli investitori nipponici a prescegliere Porto Marghera rispetto ad altre opzioni in Europa e nel mondo”. “Un plauso sentito – conclude l’assessore – va al sindacato e alla RSU che mai hanno smesso di credere e di lavorare per la riapertura del forno industriale e quindi della produzione. Si terrà giovedì prossimo un importante incontro presso il MISE dove la Regione del Veneto confermerà la destinazione di risorse per le politiche attive che riguarderanno i 130 lavoratori che escono così dal contratto di solidarietà e le annunciate 50 nuove assunzioni dirette. Dopo anni di chiusure e di miserie, posso gioire di una tanto attesa buona notizia a Porto Marghera, che dovremmo tornare a ribadire con forza essere la più importante zona industriale d’Europa”.

giovedì 9 febbraio 2017

REGIONE VENETO E DUBROVNIK (CROAZIA) FIRMANO MEMORANDUM DI COOPERAZIONE


Promuovere i rapporti di amicizia e di collaborazione tra le due Regioni, rafforzare le relazioni e favorire lo sviluppo reciproco, nel rispetto degli obblighi internazionali e di quelli che derivano all’Italia e alla Croazia dall’appartenenza all’Unione Europea. È l’obiettivo alla base della firma del memorandum tra la Regione del Veneto e la Regione di Dubrovnik, avvenuta a Bruxelles, che ha visto protagonisti il presidente della giunta regionale veneta Luca Zaia e il Governatore Nikola Dobroslavic. «Questo accordo –sottolinea il presidente Zaia– è il frutto di una collaborazione ormai ventennale tra il Veneto e le contee Croate dell’Istria e della Dalmazia, in forza della quale la Regione del Veneto ha attuato numerosi progetti a finanziamento sia regionale sia comunitario, utilizzando le risorse dell’unione europea destinate alla cooperazione territoriale. In tale contesto un rapporto particolarmente significativo si è sviluppato anche con la contea adriatica di Dubrovnik-Neretva. Il binomio si è poi ulteriormente consolidato nel corso degli anni con la partecipazione di entrambe le realtà all’Euroregione Adriatico Ionica, di cui la Regione Veneto è socio fondatore e la Contea di Dubrovnik-Neretva detiene la presidenza». La firma del memorandum è stata seguita da un convegno dedicato al Programma Italia-Croazia, un’occasione importante per contribuire e lavorare allo sviluppo delle due Regioni con uno sguardo a livello nazionale. «Questa intesa –conclude Zaia– rappresenta uno strumento importante di sviluppo e rafforzamento nella conduzione del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia, uno dei più consistenti programmi di cooperazione territoriale (CTE) a livello europeo e il maggiore programma transfrontaliero in cui l'Italia è inclusa. Già nell’evento di lancio svoltosi a novembre 2016 a Venezia è iniziato il confronto tra i tutti i partner su tempi rilevanti quali la capacità dei territori di innovare attraverso sinergie fra imprese e ricerca, il cambiamento climatico e i rischi connessi, la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, la promozione del trasporto marittimo sia dei passeggeri che delle merci». Gli obiettivi strategici del programma per la cooperazione transfrontaliera Italia- Croazia 2014-2020 ripropongono un’ottica di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva della strategia Europa 2020, che mira a rafforzare la cooperazione tra le aree ammissibili promuovendo azioni di sviluppo territoriale integrato, nel quadro delle priorità della politica di coesione dell’Unione.

(Lo scorso gennaio a Chioggia si sono incontrati pescatori italiani e croati, che hanno scoperto avere gli stessi problemi nei confronti dell'Unione Europea e analogo modo di affrontarli, sintomo della rinnovata vicinanza nei rapporti tra le due sponde dell'Adriatico)

mercoledì 8 febbraio 2017

TURISMO SPECIALE E INCLUSIVO NELLE SPIAGGE VENETE, UN PROGETTO DELLA REGIONE


«Il Veneto, prima regione turistica d’Italia e sesta in Europa, dispone di tante ricchezze che attraggono vacanzieri e visitatori da ogni parte del mondo: obiettivo della Regione è far sì che questi beni culturali, artistici, paesaggisti e ambientali del nostro territorio siano fruibili a tutti, nella consapevolezza che tendere alla cosiddetta inclusività significa lavorare a un miglioramento complessivo del nostro prodotto turistico. L’obiettivo è rendere quello veneto il più lungo litorale accessibile, sicuro e inclusivo d’Italia». Così l’assessore regionale al turismo, Federico Caner, ha illustrato stamane a palazzo Balbi a Venezia, insieme alla collega alle politiche sociali Manuela Lanzarin, il progetto “Turismo sociale e inclusivo nelle spiagge venete”, approvato dalla Giunta veneta lo scorso dicembre, la cui finalità è quella di sviluppare e favorire l’offerta di viaggio, vacanza e soggiorno delle persone con disabilità fisiche, motorie e/o sensoriali nelle località balneari venete.

L’iniziativa (che dispone di un budget di 650 mila euro complessivi) sarà attuata in collaborazione con le Aziende Ulss dei territori costieri: la n. 4 “Veneto Orientale”, capofila del progetto in considerazione della sua vocazione turistica ed esperienza in ambito di medicina turistica internazionale, rappresentata dal direttore generale dell’Ulss n. 4, Carlo Bramezza; la n. 5 “Polesana”, presente il direttore generale Antonio Compostella; la n. 3 “Serenissima”, rappresentata dal direttore dei servizi sociali, Danilo Corrà. I comuni coinvolti sono quelli di San Michele al Tagliamento (Bibione), Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, Venezia (Lido), Chioggia, Rosolina e Porto Tolle, che, insieme, nel 2016 hanno registrato attorno ai 25 milioni di presenze turistiche. «In questi ultimi anni –ha spiegato il direttore Bramezza– le aziende socio sanitarie del litorale hanno operato per trasformare il concetto di "vacanze sicure" in "vacanze in salute", puntando non esclusivamente all’assistenza medica ma sviluppando l'azione anche in termini di produzione del benessere, dai consigli per la salute a una maggior attenzione ai bisogni delle persone diversamente abili. L’esperienza della Spiaggia di Nemo che abbiamo già sperimentato con successo a Jesolo è un esempio concreto dell’opportunità di dedicare maggior attenzione ai temi del sociale, per rispondere alle esigenze di una potenziale clientela delle nostre spiagge tutt’altro che trascurabile, facendo sistema per rendere i litorali non solo facilmente accessibili ma anche più accoglienti». Si punta, attraverso questa azione, a rispondere alle esigenze di chi ha problemi di mobilità ridotta o altre forme di disabilità, ma anche di creare le condizioni per una maggior funzionalità delle spiagge per gli anziani e le famiglie con bambini. L’Unione Europea calcola che l’11% della popolazione, ben 37 milioni di cittadini (di cui quasi 4 milioni italiani), sia costituita da persone affette da disabilità permanente, che in molti casi dispongono di tempo libero e propensione al viaggio, con un potere d’acquisto analogo a quello di altre fasce di popolazione. È prevista la realizzazione di una rete integrata tra le strutture turistiche e ricettive, i servizi socio sanitari, le amministrazioni comunali e il privato sociale, allo scopo di promuovere un turismo capace di coniugare sviluppo economico e nuovi modelli sociali e in grado di attrarre, anche in ambito internazionale, un pubblico più vasto. Una convinta adesione all’iniziativa è venuta anche dalle categorie del settore turistico. «La sinergia tra Regione, operatori e amministrazioni del litorale –ha sottolineato Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto– vara con questo progetto la sua prima vera iniziativa unitaria. È un sogno che si avvera». Conclude Caner: «Un ulteriore intervento che va ad aggiungersi agli altri che come Regione abbiamo attuato e sostenuto nella promozione del turismo responsabile, sostenibile e accessibile, come, ad esempio, Gondolas4All. Ma migliorare l’accessibilità, potenziare i servizi, consentire una fruizione completa dei luoghi di svago e di vacanza non è solo un gesto di grande civiltà, non è solo la risposta a una domanda turistica, è anche un approccio operativo per qualificare complessivamente la nostra offerta».

martedì 7 febbraio 2017

DA LUNEDÌ GLI AGENTI DI POLIZIA IN PROVINCIA AVRANNO IN DOTAZIONE LO SPRAY AL PEPERONCINO


Gli agenti della Polizia veneziana e dei commissariati territoriali in servizio esterno saranno muniti di spray al peperoncino. Si comincerà lunedì 13 febbraio: i primi ad avere in uso il dissuasore saranno gli agenti del reparto volanti. La misura di sicurezza e prevenzione è un criterio programmato da diverso tempo: per il loro uso gli agenti interessati hanno frequentato un apposito corso. Lo spray dovrà essere usato solo nel caso falliscano tutti i tentativi di “comunicazione ordinaria” con la persona fermata e rappresenta lo stadio intermedio tra l’uso comunicativo e quello fisico. Lo spray ha un effetto inibitorio di circa 30 minuti e non provoca effetti duraturi sulla salute delle persone colpite. Gli agenti saranno anche forniti di un apposito corredo per un eventuale neutralizzo del suo effetto.

lunedì 6 febbraio 2017

REGIONE: AVVIATO IL PERCORSO PER L'AGENDA DIGITALE 2020 NEL VENETO


Con i primi due incontri in programma oggi a Verona, dedicati alle nuove sfide in materia di sanità digitale e di infrastrutture, trasporti e mobilità, si è avviato il percorso che porterà alla ridefinizione dell’Agenda Digitale del Veneto in prospettiva 2020. «L’Agenda Digitale del Veneto –spiega il vicepresidente della giunta regionale, Gianluca Forcolin- è il documento di programmazione che serve a guidare strategicamente l’azione dell’amministrazione regionale per supportare lo sviluppo dell’economia e della società sul piano dell’informatizzazione e delle tecnologie digitali. L’obiettivo è contribuire alla costruzione di un nuovo Veneto, per tutti i cittadini, per le imprese, per gli enti pubblici, per le associazioni, insomma per tutto il nostro territorio». Sono previsti complessivamente dieci incontri nelle sette province venete per ascoltare, capire e recepire le indicazioni e i suggerimenti che vengono dal territorio, contribuendo così a individuare le priorità e i principali progetti digitali sul quali il Veneto si impegna ad investire nei prossimi anni. Il percorso avviato coinvolge tutta la giunta regionale e gli assessori si sono resi disponibili, assieme ai loro uffici, a partecipare alla stesura di questo documento e a presenziare agli incontri sul territorio. In questo lavoro è stato coinvolto anche un gruppo di esperti di primissimo livello, esterni all’amministrazione regionale; inoltre, sarà messo a diposizione uno spazio internet per raccogliere ulteriori suggerimenti e proposte. Gli incontri si concluderanno nella prima settimana di marzo, per arrivare entro giugno all’approvazione e alla presentazione della nuova Agenda Digitale del Veneto 2020.

INCIDENTE ALL'USCITA DELLA ROTATORIA DI MARGHERA, DONNA LIEVEMENTE FERITA


Un'auto è uscita di strada al km 124+300, mentre si stava immettendo verso il tratto di tangenziale dove sono ubicati gli stabilimenti commerciali Metro e Leroy Merlin. Facendo la curva, il mezzo ha sbandato e uscendo ha colpito un'altra vettura, già uscita di strada la scorsa notte. La conducente ha avvertito dolori alla schiena.


il recupero del mezzo:

sabato 4 febbraio 2017

SMOG: BOTTACIN, “LA REGIONE VENETO HA ADOTTATO LE LINEE GUIDA CHE GARANTISCONO IL COORDINAMENTO DEI SINDACI”


«Gli sforamenti ripetuti che si sono verificati in gennaio sono la conseguenza di un andamento climatico estremamente particolare vissuto negli ultimi mesi a causa di una totale assenza di precipitazioni. Le piogge che hanno ripreso in questi giorni stanno infatti già normalizzando la situazione». A dirlo è l'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin, che ritorna sull'argomento dopo la polemica lanciata dal sindaco di Treviso Manildo relativamente al coordinamento sullo smog. «Da anni –aggiunge Bottacin- lavoriamo per migliorare l'aria: con la Lombardia siamo le uniche due Regioni ad aver attivato un coordinamento con gli enti locali, emanando delle precise linee guida che spetterebbe poi ai Comuni applicare, senza peraltro spingerci oltre in quanto è proprio il tavolo nazionale smog dell'Anci ad aver sempre ribadito che il potere di ordinanza dopo un certo numero di sforamenti spetta ai sindaci come autorità sanitaria e non alle Regioni. Grazie a queste linee guida possiamo realizzare un ragionamento coordinato sulle azioni da intraprendere. Linee guida che non ci siamo sognati in una notte, ma abbiamo volutamente condiviso nelle diverse riunioni del Comitato di Indirizzo e Sorveglianza (CIS), che io presiedo e a cui partecipano le sette province e i sette comuni capoluogo, e che, lo ricordo, sono state approvate all'unanimità come risulta dal verbale. Spetta poi ai sindaci capoluogo a loro volta condividerle con i sindaci dei comuni limitrofi nei cosiddetti tavoli zonali. Il nostro lavoro per migliorare la qualità dell'aria è un percorso puntuale e coordinato, d'altro canto l'attenzione che stiamo mettendo per i problemi collegati all'inquinamento sono certificate anche dai dati, assolutamente oggettivi, forniti da Arpav, dove si vede un calo costante dei fattori inquinanti in Veneto negli ultimi quindici anni. Certo la situazione dell'atmosfera va ulteriormente migliorata, perché è di vitale importanza un'aria assolutamente respirabile, e proprio con questo obiettivo mi sono incontrato all'inizio di questa settimana con il ministro dell'ambiente per concordare ulteriori azioni e finanziamenti collegati alla qualità dell'aria anche per il futuro».

venerdì 3 febbraio 2017

DALLA REGIONE 13.8 MILIONI DI EURO ALLE IMPRESE DEL TURISMO


“Un moltiplicatore di opportunità da non lasciarsi sfuggire”, è lo slogan che accompagna il Programma Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR FESR) del Veneto, da cui derivano i due bandi promossi dall’assessore al turismo e ai Fondi UE Federico Caner per sostenere la competitività delle imprese e delle destinazioni turistiche, attraverso la qualificazione dell’offerta e l’innovazione dei servizi e prodotti, favorendo gli investimenti nel sistema ricettivo. I bandi (che saranno illustrati dallo stesso Caner lunedì prossimo, 6 febbraio, dalle ore 17.30 all’Hotel DoubleTree di Mogliano Veneto) dispongono di una dotazione economica complessiva di ben 13.8 milioni di euro e sono precisamente finalizzati all’erogazione di contributi alle imprese per: lo sviluppo e il consolidamento di reti di imprese e/o club di prodotto, con una dotazione di 1,8 milioni di euro, e gli investimenti nel sistema ricettivo turistico, con una dotazione di 12 milioni di euro (da questo provvedimento sono esclusi i Comuni montani che fruiscono del Fondo speciale per le Dolomiti e la montagna veneta). Per entrambi la data di scadenza dei termini per la presentazione delle domande è il 12 aprile 2017.
«Si tratta realmente di un’utilità da non perdere –sottolinea Caner– per riqualificare le aziende del settore dell’ospitalità, elevando la qualità della loro offerta e quella più complessiva delle destinazioni turistiche venete». Aggiunge l'assessore: «Numerose imprese venete che operano nel turismo hanno dimensioni medio piccole e molte sono quelle a gestione familiare: è l’occasione, quindi, per chi ha necessità di innovare, differenziare e implementare i propri servizi e strutture, di utilizzare il sostegno pubblico. Si tratta dell’intervento più rilevante in termini di risorse finanziarie del POR FESR 2014-2020, che prevede una disponibilità complessiva sino al 2020 di 30 milioni di euro, per cui a questi bandi ne seguiranno altri nei prossimi anni».

ROBOT DA VINCI, CRESCE L'UTILIZZO NELLA CHIRURGIA A CHIOGGIA E DOLO


Il “gioiello” dell’Ospedale dell’Angelo è sempre più al servizio dell’intera area provinciale: cresce, infatti, l’utilizzo del Robot Operatorio Da Vinci, e crescono decisamente gli interventi effettuati con il Robot dalle équipe operatorie degli Ospedali di Dolo e di Chioggia.
Sono stati 158 in totale gli interventi effettuati nel secondo anno di utilizzo (febbraio 2016-gennaio 2017), con un aumento dell’attività complessiva del 15% circa, poiché nel primo anno gli interventi erano stati 143. Di questi 158 interventi, 107 sono stati effettuati dalle varie équipe chirurgiche degli Ospedali di Mestre e di Venezia, che sono le principali utilizzatrici della strumentazione; ma in netta crescita è l’utilizzo del Robot da parte delle équipe chirurgiche degli Ospedali di Chioggia e di Dolo: i chirurghi di Chioggia hanno infatti operato all’Angelo ben 29 volte (lo scorso anno avevano fatto 14 interventi), mentre i chirurghi di Dolo hanno effettuato ben 21 interventi, rispetto ai 6 effettuati nel primo anno di attività del Robot dell’Angelo.
Strumento versatile, in grado di sostituirsi alle mani del chirurgo per svariati tipi di operazione, in questi dodici mesi il Robot da Vinci è stato utilizzato per il 62% per interventi di Urologia, per il 26% di Chirurgia Generale, per l’8% di Ginecologia, per il 4% di Otorinolaringoiatria. Le Unità Operative che lo hanno utilizzato hanno via via acquisito una confidenza sempre maggiore: il Robot viene usato per un ventaglio di interventi sempre ampio e sempre più appropriato. E sono continuamente diminuiti i tempi degli interventi, a vantaggio del lavoro dei chirurghi e a vantaggio degli utenti che subiscono l’operazione.
Il Robot Operatorio dell’Angelo viene utilizzato dalle équipe chirurgiche degli altri presidi ospedalieri grazie alla costituzione del “Centro di Chirurgia Robotica inter-aziendale della provincia di Venezia”: l’Ospedale dell’Angelo, dov’è collocato il Robot, fornisce ai chirurghi “esterni” la strumentazione, la sala operatoria dedicata e il personale sanitario da impegnare nell’intervento; il “Centro di Chirurgia Robotica” garantisce anche l’accoglienza del paziente all’Angelo, dall’intervento fino alla degenza post-operatoria. Si disciplina così, mettendolo a disposizione di tutte la provincia, l’utilizzo di una strumentazione di primissimo livello qual è il Robot Da Vinci.
Sono sempre di più, quindi, i pazienti che vengono operati con l’assoluta precisione che solo questo strumento può offrire, e con la “delicatezza” di intervento sua propria, che garantisce minore invasività, minor sanguinamento, minori tempi di recupero. «Ma va sottolineato in particolare –dice il Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben– questo aspetto della collaborazione tra strutture ospedaliere e tra équipe diverse, e questa organizzazione del lavoro che guarda all’utente e lo mette al centro: abbiamo costruito un sistema che permette ai chirurghi di inserirsi senza difficoltà nei meccanismi organizzativi della nostra Piastra Operatoria, e allo stesso tempo diamo piena accoglienza ai pazienti dall’intervento alla successiva degenza e fino alla dimissione».

Il Robot operatorio Da Vinci ha cominciato ad operare all’Ospedale dell’Angelo nei primi giorni di febbraio 2015. Nel corso del primo anno (febbraio 2015-gennaio 2016), è stato utilizzato per 143 interventi chirurgici. Ecco di seguito gli interventi nel secondo anno di utilizzo (febbraio 2016-gennaio 2017):
Numero totale interventi effettuati: 158 (+15%)
Percentuale di interventi per specialità:
· Urologia: 62% -> (+11%)
· Chirurgia: 26%
· Ginecologia: 8%
· Otorinolaringoiatria: 4%.

Percentuale di interventi per presidio ospedaliero:
· Mestre: 62
· Venezia: 45
· Chioggia: 29
· Dolo: 21
· Portogruaro: 1
Il Robot operatorio Da Vinci costituisce la frontiera più recente della robotica applicata alla chirurgia e della tecnica detta “videolaparoscopia”. In questa tecnica, grazie ai bracci operanti, alle cui sottilissime estremità sono montati strumenti per tagliare, cauterizzare, suturare, il robot costituisce in pratica una potente e precisissima estensione del chirurgo, che lo controlla da remoto e lo manovra attraverso una console dedicata. Una microcamera su un endoscopio restituisce al chirurgo immagini ad altissima definizione degli organi interni del paziente. L’operatore si trova quindi ad operare grazie alle minuscole “mani” del robot, controllando il loro operato su uno schermo e guidandole, con l’uso di joystik e di pedali, a compiere movimenti controllati al millimetro impossibili per delle mani vere.
Con la videolaparoscopia –che trova nel Robot operatorio Da Vinci la più efficace concretizzazione– il chirurgo può operare sul corpo del paziente attraverso minuscoli fori, anziché tagli con il bisturi; il sistema consente quindi interventi meno invasivi, con riduzione del rischio operatorio, della perdita ematica, e quindi anche della necessità di trasfusioni, delle cicatrici, del dolore post-operatorio.

L’utilizzo del Robot porta di conseguenza migliori risultati di cura e migliori risultati estetici, e conduce a ricoveri più brevi e a più rapida ripresa dell’attività. Rilevante è infine il miglioramento delle condizioni in cui opera il chirurgo, per la migliore visione dell’anatomia su cui interviene, la possibilità di operare seduto, l’assenza di conseguenze legate al tremore delle mani (“filtro del tremore”).
Il “Robot operatorio Da Vinci” è strutturato in tre moduli distinti. La “console chirurgica” è dotata di visore stereo 3D, interfono con il carrello paziente, master destro e sinistro e pedaliera per il controllo di strumenti ed endoscopio, touchpad per il settaggio delle impostazioni. Il “carrello paziente” è la parte centrale, che sormonta il tavolo operatorio: è dotata di quattro bracci operativi per la gestione di strumenti e telecamera, di laser di puntamento, di touchpad di controllo. Il “carrello visione”, con monitor touchscreen 24” ad alta definizione, collegato attraverso cavi in fibra ottica, gestisce tutte le funzioni visive.

giovedì 2 febbraio 2017

DONAZZAN: VIGILANZA SUGLI SPETTACOLI TRANSGENDER

SPETTACOLO TRANSGENDER: ASSESSORE DONAZZAN, " VIGILERÒ SULL';OBBLIGO DELLE SCUOLE DI INFORMARE I GENITORI SULLE ATTIVITÀ PROPOSTE AGLI STUDENTI "
"Il ministro Valeria Fedeli ci informa che il Miur non è stato coinvolto in alcun modo nella realizzazione dello spettacolo sul bambino transgender ‘Fa’afafine’ e non ha avuto alcun ruolo nella promozione nelle istituzioni scolastiche della medesima iniziativa”. Ne dà notizia l’assessore alla scuola della Regione Veneto, Elena Donazzan, che nei giorni scorsi aveva scritto al ministro chiedendo di non proporre questo spettacolo. “Nella lettera di risposta il ministro Fedeli – prosegue Donazzan – chiarisce che, ‘nel rispetto delle norme dell'autonomia scolastica, soltanto le singole scuole possono stabilire l'opportunità di partecipare agli spettacoli teatrali che, rientrando nelle attività extracurricolari inserite nel PTOF, la partecipazione degli studenti agli stessi è considerata facoltativa e prevede il consenso dei genitori che possono astenere i propri figli in caso di non accettazione’”. “Ringrazio la titolare del ministero per l’istruzione Valeria Fedeli della correttezza istituzionale mai riscontrata prima nel suo predecessore Stefania Giannini – prosegue Donazzan – per aver risposto alla missiva che le avevo inviato per chiederle di non autorizzare le scuole a proporre agli alunni lo spettacolo “Fa’afafine-Michiamo Alex e sono un dinosauro”, in scena in queste settimane in tutta Italia e anche in Veneto il 7 marzo al teatro Astra di Vicenza e l’8 marzo a Villa dei Leoni di Mira;. ;A fronte delle parole del ministro Fedeli - sottolinea la referente regionale all'Istruzione - ritengo necessario accendere i riflettori sull'obbligatorietà degli istituti scolastici di informare i genitori sui contenuti di tutte le attività extracurricolari, e a mio avviso non solo, a cui prendono parte i loro figli”.
“Sono infatti certa che se molti papà e mamme fossero pienamente al corrente della portata dell'iniziativa, non autorizzerebbero i docenti a condurre i loro bambini ad uno spettacolo che ha l’intento dichiarato di mettere in crisi la loro identità sessuale e la loro stabilità psicoaffettiva, uno spettacolo che veicola e legittima l’ideologia gender, quella per cui nascere biologicamente maschi e femmine non avrebbe niente a che vedere con la nostra “vera” sessualità, che invece può essere scelta, cambiata, modellata e riformulata a piacimento senza alcun punto di riferimento oggettivo. Uno spettacolo, come ho già ribadito in più occasioni, che rischia di rivelarsi una vera e propria violenza psicologica nel periodo di particolare fragilità e confusione dei nostri ragazzi. Metterò in campo, sulla base delle mie competenze – annuncia Elena Donazzan - tutte le azioni necessarie per monitorare l'obbligo secondo cui le scuole devono informare i genitori sui contenuti delle attività a cui partecipano gli studenti. Vigilare non è soltanto un'azione da intraprendere, ma un atteggiamento da coltivare per evitare che a rimetterci siano i più giovani, vittime inconsapevoli di distorti disegni altrui".