mercoledì 22 marzo 2017

SPACCIO DI COCAINA: ARRESTI E DENUNCE CONTRO UN CLAN TRA MESTRE E SPINEA

I Carabinieri della Stazione di Spinea, nell’ambito dell’indagine denominata “Idra”, dava esecuzione a 3 misure cautelari emesse del GIP del Tribunale di Venezia su richiesta della Procura della Repubblica lagunare nonché ad 8 decreti di perquisizione, a carico di una compagine di soggetti, tutti del Maghreb (7 tunisini ed 1 algerino), particolarmente attivi nello spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, nel centro abitato di Mestre e nello Spinetense. Nel corso dell’operazione è stato tratto in arresto il capo della banda, Sami Abdi, tunisino classe 1982, destinatario della misura della custodia in carcere, mentre a Faycel Boussif è stato notificato l’obbligo di dimora con permanenza obbligatoria in casa nelle ore notturne. L’operazione è ancora in corso ed il personale dell’Arma è impegnato nella ricerca di altri soggetti, atteso che 7 degli 8 indagati sono tutti senza fissa dimora e clandestini sul territorio nazionale. L’indagine ha avuto origine nel 2015, allorquando si veniva a conoscenza che alcuni soggetti di origini nordafricane da tempo avevano monopolizzato lo spaccio di stupefacenti nell’hinterland mestrino, dispiegando le proprie illecite attività lungo via Miranese, al di sotto del cavalcavia della tangenziale, zona notoriamente indicata con l’appellativo “L’Amelia”. L’andirivieni di soggetti assuntori di stupefacenti confermavano le iniziali ipotesi del personale impegnato nelle indagini. Il primo a cadere nella trappola dei militari dell’Arma era stato nel settembre del 2015 Boussif, algerino, classe 1987, colto nella flagranza del reato di spaccio, proprio nel mentre si trovava al di sotto del cavalcavia dell'Amelia. Le indagini che ne sono conseguite hanno subito evidenziato come il gruppo era attivo anche su altri due luoghi nevralgici del Mestrino, dove la popolazione tossicodipendente notoriamente si recava per acquistare cocaina: i parchi cittadini, in particolare l’Albanese, la zona Cipressina ovvero lungo via Castellana al di sotto del cavalcavia della tangenziale A57 e la zona di via Bottenigo di Villabona a Marghera. Durante il prosieguo delle indagini, il secondo a cadere nella trappola dei Carabinieri per ben due volte nel giro di soli 8 giorni, il 18 e il 26 giugno scorsi è stato Abdellak Belguith chiamato Karem, arrestato in flagranza di reato in entrambe le occasioni, poiché trovato in possesso di circa 50 grammi di cocaina nel mentre cedeva stupefacente in via Bottenigo. Con l’arresto di quest’ultimo veniva in rilievo la figura di Sami Abdi (alias Jack), assoluto punto di riferimento della compagine per lo spaccio di cocaina. Vero reclutatore di pusher, non si esponeva mai e conduceva una vita ben al di sopra delle proprie possibilità. E, nonostante la propria clandestinità, con la compiacenza di giovani ragazze riusciva sempre a rimanere anonimo sul territorio, nella considerazione che le stesse provvedevano a sottoscrivere contratti d’affitto e fornitura di utenze varie al fine di consentire ad Abdi di dimorarvi all’interno nonostante la clandestinità. L’attività illecita, che vedeva Abdi quale procacciatore di cocaina, coadiuvato nella cessione al minuto da Belguith, Boussif e un altro tunisino (T.B. classe 1989), fruttava anche 4mila-5mila euro a notte. Nell’ambito della medesima attività veniva inoltre eseguita lo scorso 30 gennaio un’ordinanza di custodia cautelare in carcere sul conto di Abdellakm Belguith che allo stato è tuttora detenuto. Durante la perquisizione eseguita nel corso delle esecuzioni delle misure cautelari, col supporto dei militari della Compagnia d’intervento operativo del battaglione e del Nucleo Cinofili dei Carabinieri, venivano rinvenuti nella disponibilità di Abdi numerosi telefoni, tutti con dual sim, e numerose schede telefoniche, alcune delle quali ancora da utilizzare, nonché ben 4 spray al peperoncino, oltre a due pugnali e due pc sul conto dei quali saranno eseguiti gli accertamenti tecnici, nonché la somma contante di 1400 euro circa. Inoltre, nell’abitazione di Faycel Boussif veniva rinvenuto -ben nascosta nella vegetazione di una casa in stato di abbandono- un sacchetto contenente 10 grammi di cocaina, la somma di 190 euro, due telefoni dualsim nonché uno storditore elettrico. Nell’indagine figurano ulteriori 4 maghrebini, di cui uno residente a Spinea, non destinatari al momento di alcuna misura cautelare o sanzionatoria.

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